Il trench e la sua storia

Il trench e la sua storia

L'origine di questo indumento è datata piuttosto indietro nel tempo, esso deriva dal trench coat, ossia il cappotto militare d'ordinanza dei soldati che combattevano in trincea, la parola inglese “ trench coat” infatti significa proprio "cappotto da trincea".

 

Il più antico di questi è senza dubbio Makintosh, adesso di proprietà giapponese, ha origine dalla ditta Charles Macintosh & Co. fondata a Manchester nel 1824, dopo che uno dei suoi fondatori Charles Macintosh inventò, nel 1823, un modo per impermeabilizzare i tessuti spalmandoli di un sottile strato di gomma; è un dato di fatto che la Macintosh fu tra le prime aziende di impermeabili, proprio per questo nei paesi anglofoni, l'impermeabile è chiamato anche "Mac", è altrettanto vero però, che la loro foggia era piuttosto diversa da quelle dell'attuale trench.

A partire nel 1914 il trench inizia a vestire i soldati per la grande guerra.
Infatti il modello di questo trench sarà esattamente uguale al modello di un brand iconici ancora oggi.
Nello stesso periodo infatti, per lo stesso fine, stava lavorando la ditta Burberrys.
Il suo fondatore Thomas Burberry, nel 1879, aveva inventato e brevettato con il nome di gabardine, un tessuto in cotone pesante che non permetteva all'acqua di entrare scivolando sopra le strette maglie tessute molto fini. Perciò, da circa quell'anno, con la sua ditta fondata nel 1856, aveva iniziato la produzione dei suoi impermeabili su larga scala; anche questi furono usati nelle guerre boere e dal 1891 grazie al negozio aperto a Londra furono disponibili al pubblico. Il loro modello denominato Tielocken appare nel 1912 ed è veramente molto simile all'attuale trench coat.
 
Dopo la seconda guerra mondiale, dove fu usato da vari eserciti, continuò ad essere prodotto come proposta per l’abbigliamento civile,
Burberry campaign 1960
reso famoso da attori come Humprey Bogart, Alain Delon e Peter Sellers nella saga della “Pantera rosa”, è ormai un classico dell'abbigliamento sia maschile che femminile.


Humprey Bogart in “Casablanca”.

Amato anche dalle grandi star femminili di Hollywood e non solo, come Ingrid Bergam e Audrey Hepburn, Marlene Dietrich, Meryl Streep, Marilyn Monroe, Sophia Loren, Brigitte Bardot, ma anche Lady Diana, il trench si riafferma oggi come capo trasversale, unisex, capace d'esaltare lo stile retro' ma con tutte le caratteristiche di capo antipioggia e antivento. 


Thomas Burberry dopo un apprendistato come disegnatore, apre a soli 21 anni un negozio a Basingstoke, puntando proprio sui tessuti performanti per l'abbigliamento da pioggia, un gabardine waterproof, che risultava essere più leggero del Macintosh (a quel tempo in voga). È grazie alla tecnologia, con una tessitura appositamente studiata per respingere l'acqua, incerando il filo di cotone durante la stessa lavorazione, che nasce il primo impermeabile Burberry. 
Il primo trench Burberry uomo (come lo conosciamo oggi) arriva solo qualche anno più tardi, nel 1912: Burberry diventa fornitore ufficiale dell'esercito britannico e tra i capi realizzati c'è anche l'iconico capospalla doppio-petto. La linea pulita dell'impermeabile viene arricchita da dettagli funzionali per consentire ai soldati di portare con sé attrezzature e armi militari e per indicare i diversi gradi. Il colletto è una vera opera di design: viene inserito un cinturino di pochi centimetri che permette maggior protezione con le intemperie, tutto rigorosamente cucito a mano per ottenere un contorno perfetto. Un capolavoro di design che ancora oggi viene apprezzato e indossato quando la mezza stagione inizia a farsi sentire con vento, pioggia e nebbia.
Il trench Burberry donna è diventato dinamico, versatile, no gender e persino inclusivo: è la natura del suo design che lo ha reso adatto alla figura di ogni persona che lo indossa. E questo si traduce con una vasta proposta: si passa dei modelli classici color beige con l'iconico check fino alle variazioni più modaiole che strizzano l'occhio alle ultime tendenze moda: negli ultimi decenni è diventato colorato, vinilico, de-strutturato, ma anche snaturato nell'utilizzo per diventare un cappotto statement o un rigoroso abito. 
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